Ci sono giorni per poesie profonde, altri per arguta satira, altri ancora per le più infime composizioni.
Proemio
Le troie, i puttanier, l'aste e le mone,
le arrafferie, l'audaci imbrogli io canto,
che furo al tempo che passò la Lega
nebbie padan, e a Roma nocque tanto
seguendo l'ire e i giovenil durori
dell'Umberto lor re, che si diè vanto
di vendicar dei torti di ladrona
sedendo pure lui nell'arraffona.
Dirò di Silvio in un medesmo tratto
cosa già detta in prosa, e forse in rima,
che per trombar venne in furore e matto.
Non che poi fosse assai diverso prima
ma col viagra, l'età, e di coca fatto,
il poco arnese ad or ad or si lima:
glie ne sarà però tanto concesso
che gli basti a inculcar quanto promesso?
Piacciavi, gran formose e er culee stuole,
ornamento e splendor del divo nostro,
ragazzine, aggradir questo che vuole
(e darvi potrà?) il picciol Silvio vostro,
sì che senza l'ausilio di parole,
senza sprecare un gocciolo d'inchiostro,
con la lingua, le mani e il lato buono,
icché potete dar, tutto gli è in dono.
Voi sentirete fra i più degni eroi
c'ha pizzicar con laude m'apparecchio
ricordare Dell'Utri: fu di voi
e del vostro partito il ceffo vecchio.
E poi quel Mangano, e i cavalli suoi:
non soddisfò dei giudici l'orecchio,
ben che per ceder ci volesse poco,
e di prigioni aprirgli il tetro loco.
Dopo le ottave proemiali, sono stato preso quasi da un senso di vergogna: in Italia in questo momento accadono molte altre gravi cose. Così per l'inizio vero e proprio della storia ho cambiato argomento, ma si tratta, almeno per ora, solo di un inizio.
Marchionne, che gran tempo innamorato
fu della plusvalenza, e per lei
in Polonia e negli USA approfittato
avea d'infiniti e immortali sghei,
in Italia con essi era tornato
dove, con masse di operai ribei,
difendendo il diritto alla bisogna,
Landini lo ghermisce e lo svergogna...